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Intervista a Valentina Noce

By 10:54


Nella cornice prestigiosa di un'enoteca di Rovigo, sorseggiando un buon calice di vino rosè (scelto non a caso), ho avuto il piacere e l’onore di intervistare Valentina Noce, una Donna libera di fare, di essere e di pensare.

Valentina Noce è una Avvocata del Foro di Rovigo, si occupa principalmente di diritto civile, ha una formazione dedicata al diritto di famiglia, alla tutela dei diritti civili e alle Pari Opportunità, per cui è fortemente impegnata in temi delicati quali la lotta alla violenza di genere e le discriminazioni in ambito lavorativo.

Per il quadriennio 2015-2018 ricopri la carica di Presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati. Cosa si intende a tuo avviso, Pari Opportunità?
Le Pari Opportunità sono un principio giuridico che si rinviene nella nostra Costituzione agli articoli 3, 37, 51 e 117. Tale principio si rileva anche in ambito sovranazionale in particolare agli artt. 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’uomo che sanciscono il divieto di ogni discriminazione e la parità tra uomo e donna. L’Unione Europea Ã¨ ricca di azioni positive per evitare le discriminazioni ed incentivare la partecipazione femminile nella società civile, politica ed economica in genere. Punto di riferimento normativo è anche il "Codice delle Pari Opportunità" (D.lgs. 198/2006), recentemente riformato dalla Legge di Stabilità, che riconosce più ampie tutele alle lavoratrici e ai lavoratori che denunciano discriminazioni per molestia o molestia sessuale. Le Pari Opportunità in sé conglobano le differenze relative a disabilità, preferenze sessuali, preferenze religiose, politiche (…); quindi molto più ampio è il raggio di interesse rispetto alla mera differenza di genere.

Donna e società: il ruolo della donna è veramente mutato nel corso degli anni? Come vedi inserita la donna all'interno della società in prospettiva futura?
Nel futuro vedo un ruolo importante della donna, non solo per la raggiunta superiorità numerica rispetto ai colleghi uomini, ma perché la donna rappresenta un fattore chiave nella crescita economica e sociale della società. Fin dai tempi più antichi, però, diverso è stato il suo ruolo sociale rispetto a quello dell’uomo. Questo viene dimostrato dalle numerose conquiste – in tutti i settori - che ci hanno viste protagoniste nel corso della storia, come il riconoscimento del diritto di voto che avrebbe dovuto essere automatico come accade e come è sempre accaduto per gli uomini. Tuttora, come donne siamo escluse da tantissimi ruoli nella società, mi riferisco soprattutto alle posizioni apicali: il livello superiore non ci vede quasi mai vere protagoniste. Nella stanza dei bottoni ci sono sempre gli uomini e se non ci fosse la legge 120/2011 Golfo-Mosca sulle cosiddette “quote rosa”, che auspica di raggiungere l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli che sinora hanno limitato l’accesso delle donne a ruoli di comando, favorendo un processo di rinnovamento culturale a supporto di una maggiore meritocrazia e di opportunità di crescita, non so quante donne attualmente ricoprirebbero ruoli decisionali nei consigli di amministrazione delle società quotate e partecipate. Da indagini effettuate negli ultimi anni gli incarichi di rappresentanza uninominale comunque appartengono a uomini. Le donne grazie alla legge Golfo-Mosca entrano nei collegi, nei consigli, ma mai da presidenti. 

Cosa si può fare quindi per cambiare questa realtà? C’è speranza di “progresso”?
Se si vuol parlare di progresso bisogna parlare di rappresentanza di genere, anche se bisognerebbe poter parlare di merito come accade nei paesi del Nord Europa, dove la rappresentanza femminile è pari se non superiore a quella maschile. Per arrivare a ciò bisogna creare le basi per un’effettiva equità. Questo lo attesta anche la dichiarazione resa ultimamente dal Rettore della Normale di Pisa, sull'avanzamento di carriera nelle Università, che ha messo in luce difficoltà, luoghi comuni e “resistenze” che nell'ambito accademico colpirebbero le candidate donne. Qualcosa è cambiato certo, però se non si cambia il sistema culturale non cambierà realmente mai nulla. Bisogna partire dall'educazione, dalle famiglie e dall'insegnamento. E’ solo cambiando la cultura di genere che si può auspicare ad una reale trasformazione. 

Esistono strumenti per le professioni d’aiuto? Come ti approcci alle cosiddette “fasce deboli”?
Gli strumenti giuridici esistono, ma la cosa più importante è l’impegno trasversale. Quando le persone arrivano a chiedere il mio aiuto, come avvocato, la violenza purtroppo è già in atto da tempo. Quello che è importante è prevenirla e rendere consapevole chi si ha davanti di cosa sia violenza. Molte volte chi si rivolge a me, tende a giustificare e non vuole denunciare. Le giustificazioni non possono diventare alibi. Occorre denunciare perché si attivi la rete (centri antiviolenza, autorità giudiziaria, supporto psicologico e assistenza legale) attorno a chi è vittima di violenza. Segnalo anche che, quasi all'unanimità, con 257 voti a favore, il Senato ha approvato recentemente un disegno di legge che istituisce una commissione d'inchiesta monocamerale contro il femminicidio. Un’ottima notizia che auspico rappresenti un punto di svolta. E’ importante inoltre a mio avviso, il far sorgere centri che si occupino della presa in carico di uomini autori di comportamenti violenti, anche con l’obiettivo di incoraggiare gli stessi a riflettere su come essi si relazionino con la partner o con i figli e a non perpetuare dinamiche relazionali sbagliate. E’ importante creare il cambiamento partendo dalla relazione, rendendo “sana” quest’ultima. L’educazione alla relazione è fondamentale.

A fronte di ciò, per concludere, cosa ti auguri per tutte le donne in un futuro prossimo?
Mi auguro imparino a fare squadra. Non è vero che l’invidia è femminile. E’ uno stereotipo da smontare. L’indivia è un sentimento comune a uomini e donne, la differenza sta nel fatto che le donne da sempre sono state rilegate a ruoli marginali della società e sono state ritenute invidiose di quello a cui non potevano accedere. Solo negli ultimi periodi, la donna si sta affacciando al mondo sociale, civile, economico e imprenditoriale e deve imparare a collaborare soprattutto con le altre donne per contribuire positivamente al miglioramento della società.


Possiamo chiudere con un brindisi di questo vino rosé alle donne: “se il futuro domani sarà più roseo, sarà solo grazie alle DONNE”

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